Tecniche di trasformazione per l’Attore

Un percorso dalla danza butoh al clown

In Giappone, negli anni ’60, Hijikata Tatsumi sconvolgeva la mente e i corpi dei suoi contemporanei predicando la dissoluzione dell’identità del danzatore come unica Via per potersi trasformare in ogni cosa.
La perdita dell’ego è anche il vertice ideale dello yoga: la ricerca, in ultima analisi, dell’ascolto di una Forza oltre la volontà che ci spinge in direzioni non pensate.
La capacità dell’attore di diventare il personaggio che mette in scena è l’obiettivo delle didattiche dei grandi pedagoghi del teatro, nel ventesimo secolo (Stanislavsky, Grotowsky, Barba, Lecoq, Artaud).

Come si sviluppa la possibilità di lasciare andare la presa su ciò che consideriamo noi stessi? Smettendo di identificarsi nel contenitore e trovando finalmente la propria essenza nell’acqua, capace di essere qualunque cosa, senza giudizio.

Questo laboratorio intensivo cerca una sintesi delle metodologie poste tra Oriente e Occidente: yoga, Noguchi taiso, acrobatica, pedagogia del clown, tango argentino e indaga nel corpo, nel peso e nel respiro i diversi aspetti di ciò che viene chiamato teatro, forma, improvvisazione.

“Per essere libero da se stesso, dai pericoli della creazione, dalla prigione della paura è necessario compiere un viaggio in una provincia sconosciuta, una dimensione dove non esiste contraddizione, né tempo, né molteplicità.
Il Tutto (Brahman) e l’Io (Atman) dissolvono i propri confini, lo stesso linguaggio rinuncia a ogni suo potere per indicarci la causa della sua stessa esistenza: domande e risposte coincidono.

È in questa terra che si aggirano forme simili all’uomo e allo stesso tempo sue antitesi: i clown. Essi sono uomini all’ennesima potenza, archetipi grotteschi, perenni paradossi, macchie impalpabili, sfondo e figura, masse androgine palpitanti di desiderio puro; poetici mostri di luce e buio, creature divine e demoniache colme di danza e musica, silenzio e stasi.

Il nome di questo paese è Inconscio e solo chi impara a liberarsi giorno per giorno può giocare con le potenze che lì vivono.
La libertà può essere solo libertà dall’ignoranza di sé.”
Alessandro Bortolozzi

Oxymoròn (ossimoro) è una figura retorica nella quale avviene un’opposizione di senso all’interno di una sola espressione: è la forma linguistica del paradosso.

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